Traccia 24

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■ Certo il mio non è un lavoro semplice. Bisogna conoscere bene le leggi e l’amministrazione... e ci vuole anche molta pazienza, me lo lasci dire. Qualche volta, devo essere sincera, non è facile stare a seguire tutti i condòmini che chiamano o scrivono in continuazione per chiedermi di risolvere questo o quel problema...

● Ma come ha cominciato a fare questo mestiere?

■ Mah, è... una tradizione di famiglia, per così dire... Da ragazza abitavo in un grande condominio a Milano e mio padre, che era ragioniere, faceva l’amministratore del nostro palazzo. Poi, quando sono cresciuta, ho cominciato a dargli una mano con i conti e scrivevo le lettere di convocazione dell’assemblea di condominio annuale. Poi da grande, dopo la laurea in Economia, ho fatto un corso specifico e ho deciso di farne la mia professione.

● Lavora da sola?

■ No no, adesso che ho molti condomìni da amministrare ho aperto uno studio con un’amica, che è la mia socia. E poi abbiamo anche un’impiegata che ci dà una mano.

● È soddisfatta del Suo lavoro?

■ Sì, devo dire di sì. Mi piace quando riesco a risolvere i problemi, anche quelli più complicati, e se poi trovo delle soluzioni che soddisfano i clienti, beh... mi fa piacere... sì... e poi è un lavoro che dà anche una certa sicurezza economica... si guadagna abbastanza bene insomma.

● E quali sono le cose di cui si deve occupare principalmente?

■ Beh, le cose tipiche dei condomìni... la pulizia delle parti comuni, come le scale, la manutenzione dei giardini, l’ascensore che non funziona, il riscaldamento, i conti del bilancio annuale e poi... magari qualche condomino che fa troppo chiasso e disturba gli altri... e cose simili, ecco.

● Lavora molto?

■ Eh sì, devo dire che lavoro molte ore al giorno, qualche volta anche alla sera quando devo partecipare alle assemblee di condominio. Però non ho un orario fisso, questo è vero, e se ho bisogno di assentarmi dal lavoro o di prendermi una settimana di vacanza, mi basta mettermi d’accordo con la mia socia.

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■ Il mio lavoro è al tempo stesso molto e poco conosciuto. Si sa che faccio film, ma molti non sanno quale sia il mio ruolo.

● Dirige gli attori, no?

■ Sì, supervisiono la recitazione degli attori, li aiuto, gli do consigli e tutto quello che posso. Poi coordino le riprese, monto il film e controllo le diverse fasi di lavorazione.

● Mmm. Che cosa Le piace di più del Suo lavoro?

■ Eh, mi piace il mio lavoro perché mi dà la possibilità di vedere sempre posti nuovi e conoscere gente nuova. Anche se ho un mio gruppo di collaboratori ormai consolidato. Un altro aspetto positivo è che non ho orari fissi. Lavoro magari per una settimana diciotto, venti ore al giorno, e un’altra settimana niente.

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■ Sì, io assisto le persone malate. Mi occupo della loro cura.

● Ah, e dove lavora?

■ Ho lavorato in diversi posti. Dopo la laurea, ho cominciato in una casa di cura per persone anziane, poi sono stato assunto in un piccolo ospedale a Treviglio, in provincia di Bergamo. Ma non mi piaceva molto.

● Ah, e perché?

■ Il lavoro era molto ripetitivo, i medici erano poco disponibili con i pazienti e anche i miei colleghi erano davvero troppo rigidi...

● E quindi, che cosa ha fatto?

■ Mah, io avevo iniziato a studiare perché volevo aiutare le persone che stavano male, e in quell’ospedale non mi sembrava di... di aiutarle. Dopo due anni, allora, mi sono trasferito in un altro ospedale più grande, gli Ospedali Riuniti di Bergamo, e adesso lavoro al Pronto Soccorso di quell’ospedale.

● E Le piace questo nuovo lavoro?

■ Sì, qui mi piace molto. I medici sono molto bravi e anche gli altri miei colleghi fanno davvero di tutto, dalle operazioni più umili, tipo cambio delle lenzuola, fino al monitoraggio in terapia intensiva. Il lavoro mi piace, anche se i turni di notte sono veramente pesanti e... più che altro è difficile cambiare il turno ogni settimana.