Traccia 28

Sono più istruite degli uomini, hanno maggiori capacità organizzative e gestionali. Sono più intuitive, più dinamiche, più flessibili. Riescono persino a conciliare famiglia, casa, figli e lavoro. Hanno un’aspettativa di vita più alta degli uomini. Il loro contributo potrebbe fare da volano alla crescita economica del Paese. Eppure ancora oggi le lavoratrici italiane pagano il prezzo di un pregiudizio culturale e sono discriminate a parità di lavoro, ruolo, istruzione nel fare carriera.

La principale disuguaglianza sta nell’accesso al mercato del lavoro. In Italia abbiamo un tasso di occupazione molto basso delle donne, molto basso rispetto a quello degli uomini. In Italia solo il 42% delle donne lavora contro oltre il 70% degli uomini e... rispetto agli altri Paesi europei. Dove in Svezia c’è molto più uguaglianza tra uomini e donne e i tassi di occupazione femminile sono intorno al 70%. Poi c’è una disuguaglianza in termini di retribuzione. Le loro retribuzioni sono più basse già fin dall’inizio. Poi più si va avanti nella carriera più, come dire, i percorsi di carriera divergono e quindi abbiamo pochissime donne nei livelli alti delle organizzazioni sia pubbliche che private, quindi sia nei consigli di amministrazione sia nei tribunali, nelle università. Man mano che... come dire... i percorsi di carriera vanno avanti, le donne vengono via via lasciate indietro. Il momento in cui questi due percorsi di carriera divergono è proprio la nascita dei figli.